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Limiti

Stavo leggendo un'intervista a Jack Dorsey …
Stavo leggendo un'intervista a Jack Dorsey, il fondatore di Twitter che alla domanda "Come mai avete deciso di non andare oltre i 140 caratteri per i messaggi?" ha risposto ”Innanzitutto per poter utilizzare Twitter anche con il cellulare, e poi credo che porre limiti costringa ad essere più creativi"

… e mi è venuto in mente un aneddoto:
durante la lavorazione dello Squalo, Spielberg ha aspettato per mesi lo squalo robot che avrebbe dovuto essere protagonista delle scene clou, ma per una serie infinita di problemi tecnici lo squalo non ha mai funzionato. I soldi finiti, scene di tensione nemmeno l’ombra, insomma, un disastro. Che fare? Spielberg opta per una soluzione estrema."Non abbiamo lo squalo? Facciamo senza”. What? E invece … ha avuto ragione. Nonostante l’enorme problema, è riuscito lo stesso a far crescere la suspence senza mai far mostrare il protagonista (se non brevemente alla fine), mettendo a fuoco solo il suo punto di vista mentre attacca le vittime. Questa idea più la colonna sonora di J. Williams ha completato il miracolo. Un ostacolo apparentemente insormontabile ha stimolato il regista che è riuscito a dare una svolta repentina ad un film destinato ad una probabile catastrofe, e che invece non solo è rinato ma è diventato un cult.

Allora, il limite stimola la creatività o no?

Diciamo che questo è uno dei momenti artisticamente meno felici degli ultimi trenta o quarant’anni. Di certo la caduta libera del costo della tecnologia ha contribuito non poco a questo cambio di scenario. Dando a tutti le stesse possibilità - in teoria una cosa fantastica - ci troviamo di fronte ad almeno tre problemi:

• il livello qualitativo musicale si è ovviamente allineato verso il basso
• chi ascolta (utenti e addetti ai lavori) di solito non capisce la differenza tra chi ha talento e chi è solo un prodotto di mercato.
• tutti i musicisti-produttori utilizzano le stesse macchine, gli stessi software e le stesse sound libraries, molte delle quali con un carattere molto preciso e definito.
Di conseguenza gran parte della produzione musicale globale si somiglia così tanto che sembra quasi che sia stata scritta dalla stessa mano. È come se gli autori delle colonne sonore di Grey's Anatomy, Dr.House, 24, Mental, Numbers, fossero i vari Spectrasonics o Native Instruments invece dei compositori accreditati.

La domanda rimane: non è che le possibilità illimitate messe a disposizione dalla tecnologia ci hanno lentamente trasformato da musicisti a rammendatori di loop e textures e che questo mutamento stia inevitabilmente modificando il risultato finale, la musica ? Qualche aiutino in meno non potrebbe stuzzicare maggiormente la nostra immaginazione?

Credo che un buon cuoco dovrebbe essere in grado di creare dell'ottimo cibo anche con quattro ingredienti in croce.
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